D: come hai scelto questa professione?
R: un po’ per caso e un po’ per il concentrarsi di interesse e curiosità: dopo esperienze di studio e di viaggi in mezza Europa mi sono reso conto che anche la nostra regione merita un viaggio, un soggiorno, una permanenza per apprezzarne appieno le qualità. Quindi dopo alcune esperienze iniziali, non tutte positive a dir la verità, con il turismo locale, e un corso per tecnici turistici, ho conseguito con gli appositi corsi abilitanti tutti i patentini per svolgere le professioni di guida turistica (per le province di Cuneo, Torino e Asti), accompagnatore turistico e accompagnatore naturalistico. E da circa 15 anni sono costantemente in viaggio tra Pinerolo, Alba, Torino, Saluzzo, Asti, ecc… per mostrare le bellezze storiche, artistiche, e ovviamente enogastronomiche della nostra regione.
D: come consideri Pinerolo e il pinerolese dal punto di vista turistico?
R: il motivo per cui ho intrapreso l’iter formativo di cui sopra è che credo fortemente nel potenziale turistico della nostra zona. Non abbiamo assolutamente nulla da invidiare a aree ben più ‘battute’ da flussi costanti e consistente di visitatori. Eppure il primo ostacolo che ho riscontrato è proprio nella mentalità locale: a lungo c’è stata una scarsa consapevolezza della ricchezza di storia, monumenti e tradizioni, accompagnata da una delle più grandi occasioni perse per un opportuno sviluppo turistico: le stesse Olimpiadi Invernali del 2006, se pure hanno apportato notevoli migliorie strutturali in zona, non sono state seguite da una adeguata promozione del territorio per raccoglierne l’eredità.
Di recente, invece, ho notato un crescente interesse, e dal mio punto di vista per esempio sono iniziate alcune costruttive collaborazioni con la stessa Made in Pinerolo, con la sezione pinerolese di Italia Nostra, con il Museo dell’Emigrazione, con la Fondazione Cosso del Castello di Miradolo e altre piccole realtà locali che investono tempo ed energia riponendo fiducia nelle qualità del territorio.
D: con quali tipologie di turismo hai solitamente a che fare?
R: potrei dire: ‘tutti’, dato che in questi 15 anni, partendo dalle gite scolastiche e i gruppi estivi per ragazzi, ho condotto in visite guidate turisti italiani e stranieri (anglofoni e francofoni di tutte le nazionalità), in gruppi numerosi o familiari, e di tutte le età.
Anche i temi trattati nelle visite spaziano, da quelle più prettamente culturali legate ad un museo (l’Egizio di Torino il più richiesto) o ad un bene monumentale (dai castelli del basso Piemonte alla Sacra di S.Michele passando per le Residenze Sabaude, giusto per citarne alcuni), a esperienze ritenute a torto più ‘leggere’, come quelle specificatamente gastronomiche.
D: quali altri interessi hai oltre al lavoro come guida?
R: ben prima di diventare guida turistica ho iniziato a suonare. Batteria e poi percussioni, per la precisione. Dagli anni dell’università a oggi ho avuto modo di esibirmi in oltre 500 concerti con i vari gruppi nei quali ho suonato, soprattutto rock, ma anche ska, reggae, folk, blues e soul, e negli ultimi anni con alcuni gruppi di musica occitana, in primis la Pèiro Douso con cui capita spesso di valicare le Alpi per andar a suonare nei festival del Sud della Francia. E proprio l’attenzione per la cultura Oc è un altro interesse che è andato maturando negli anni.
Stefano Ricca tel. +39 348 8440731
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